“Ed infine il Principe sposò la Principessa, andarono a vivere in un bel castello tutto dorato, e vissero felici e contenti per tanti anni, contribuendo di giorno in giorno alla crescita del PIL.”
“Che bello papà! Che bello!”
“Tì è piaciuta la favola?”, chiese il babbo, chiudendo il libro.
“Siiiii, bella, poi è bella perché poi alla fine fanno crescere il PIL, che è bello far crescere il PIL! Lo dice sempre tanto anche la maestra!”
“Eh, già, Saretta mia, tutti dobbiamo far crescere il PIL: siamo al mondo per questo!”
“E’ proprio una bella fiaba, papà: domani sera me la leggi ancora?
“Sì, Saretta, ma adesso facciamo ninna, va bene?”
“Sì, papà. Adesso ninna.”
La figura paterna spegne la luce, e si avvia fuori dalla cameretta.
“Papà! Papà! Devo chiederti una cosa!”
“Che cosa, amore mio? E’ tardi, dai, prendi sonno!”
“Papà, papà, ma, se dormo, quando dormo, come faccio a far crescere il PIL se non faccio niente?”
“Non ti ti preoccupare, dai, ci pensi domani mattina.”
“Ma papà, io voglio, io voglio far crescere il PIL anche di notte!”
“Allora fai così: stanotte ti fai la pipì a letto, ma tanta eh!, così poi la mamma domani deve lavare le lenzuola, consuma tanta acqua e energia e detersivo, l’economia gira e tutti sono più contenti. Va bene?”
“Sì, papà, allora stanotte quando mi scappa, faccio tanta pipì nel letto, va bene?”
“Sì, amore mio, però adesso dormi. Notte notte!”
“Notte notte, papà!”