“C’era una volta una piccola fiammiferaia, tutta vestita di stracci, che cercava di vendere i suoi fiammiferi ai passanti, e rincorreva i signori ricchi e tatuati, soprattutto quelli che parlavano all’iphone, e gli diceva ‘prego signore bello compra miei fiamiferi, compra miei fiamiferi, fiamiferi buoni!’, e loro gli sputavano addosso, centrandola anche da distante.”
“Così si fa! Che poi, dico, manco l’italiano imparano, vengono qui, e pretendono di farsi capire senza sapere neanche l’italiano.”
“Beh a dire il vero, ci sono anche degli italiani che l’italiano non lo sanno, eppure…”
“Sì, vabè, ma non è questo il punto, è che sti stracomunitari rom puzzano!”
“Sì hai ragione anche tu, comunque, c’era sta fiammiferaia stracomunitaria…”
“Che poi, oggi con tutti sti accendini zippo che ci sono, quella vendeva ancora i fiammiferi? Era rimasta indietro, ma tanto!”
“Eh, vabè, io adesso non so, abbi pazienza, la fiaba dice questo. Allora, la piccola fiammiferaia…”
“Eh, nonna, cheppalle! Ma non ne sai di fiabe più moderne? Vabè, ho capito, prendo sonno ascoltando Tiziano Ferro.”
Dopodiché, a suon di calci, sbatte fuori la nonna dalla cameretta.