Giuseppe Garibaldi
Ultima lista della spesa di Garibaldi:
– aglio
– peperoni
– patate
– piadine fresche
– spinaci surgelati
– cattura colore Coloreria Italiana (per le camicie)
L’ultima lista della spesa trovata in tasca a Jimi Hendrix:
– latte
– uova
– fette biscottate
– una tanica da un gallone di liquido per accendini
– ricordarti di passare dal Magro giù ai giardinetti (ti ho lasciato i soldi sotto la sveglia)(tieni pure il resto)(mi raccomando fatti dare roba buona, non come l’altra volta)(tocca dirti sempre tutto)(e meno male che sei tedesca)
La lista era indirizzata a Monika Dannemann, la sua ragazza tedesca.
(Che un genio sulfureo come Hendrix potesse avere una morosa tedesca è cosa che fa riflettere sui casi della vita).
Libro di oggi:
La solitudine delle derivate parziali
(di ordine superiore)
Torino, ventesimo secolo. Ugo e Ughetta si amano. Lei è traumatizzata perché da bambina gli toccava mangiare il Ciaocrem e non la Nutella. Lui è traumatizzato perché aveva una sorella gemella, e lui l’ha venduta agli zingari per comprarsi il Big Jim.
S’incontrano bimbetti, si piacciono. Sono fatti l’uno per l’altra, ma ancora non lo sanno.
Seguono due esistenze travagliate, piene di disagi mentali, difficoltà familiari, tutte però stemperate da disponibilità materiali e soddisfazioni professionali niente male. A un certo punto muore (di vecchiaia) anche un gatto.
Pseudo-lieto fine: Ugo e Ughetta alla fine si sposano, ma a restare incinto è lui, dato che soffre di un rarissimo morbo (Morbo di Paradiso – nel senso di Maurizia).
Insomma, un grande successo di pubblico annunciato per una vicenda strappalacrime e a dir poco inutile. Seguirà rinfresco.
Le derivate parziali di ordine superiore vengono usate nel Teorema di Schwarz, e siccome da bambino Ugo amava molto le caramelle alla liquirizia Schwarz, tutto il concetto di derivata parziale richiama nella mente disturbata Ugo i bei ricordi dell’infanzia innocente e lontana.
(Io comunque ‘ste caramelle Schwarz non le ho mai sentite nominare: boh?)
Grazie al self publishing, un altro libro trova finalmente la luce e viene proposto direttamente dal Produttore al Consumatore, senza che il Consumatore ne sentisse la necessità.
“La dittatura della peristalsi
ovvero
Le vicende sublimi e inutili di un uomo alle prese con un intestino molto irritabile e suscettibile, e gli ingegnosi rimedi ch’egli vi pone allo scopo di intraprendere una normale vita sociale.
Pieno zeppo di disegni esplicativi e tabelle riassuntive”.
Finalmente in libreria la prima fatica letteraria di un Illustre Sconosciuto, che trova anche lui la via verso il Grande Pubblico grazie al Self Publishing On Line.
Senza alcuna censura, senza alcun taglio, senza alcun contenuto. Per 198 pagine l’Autore ci snocciola Tutto Quello Che Avreste Voluto Sapere Sulla Peristalsi E Che Non Avete Mai Osato Chiedere.
Per tre quarti del libro l’Autore si lancia in panegirici inutili, dialoghi futili e filippiche flebili, tutto allo scopo di scandalizzare il lettore e disgustarlo a più non posso. L’ultimo quarto del libro è fatto di pagine bianche, con tre puntini in basso.
Insomma, per quel che riguarda il disgusto, quello non manca. Neppure l’intento pedagogico viene trascurato: si imparano molti dettagli anatomici delle regioni intestinali umane, anche grazie a un intero trattato di fisiologia digestiva, che l’Autore, novello DFW, inserisce completamente in nota alla fine del libro.
Ma quello che manca è il pathos, e diremmo anche l’eros (e il suo compagno tanathos). C’è qualche traccia di banderilleros e il vaqueros, ma non bastano.
Aspettiamo con malcelata trepidazione e notevole fastidio preventivo la prossima fatica letteraria del Nostro, che già minaccia di intitolarsi “Pinus Mugo (ovvero, di come la Tutela del Patrimonio Boschivo ha mandato a monte la mia storia d’amore con Manuela)”.