Finalmente la vedo. Attracco con la barchetta, spengo il motore, raggiungo la sommità dell’isoletta, dove la chiesetta di S. Martino resiste ai secoli e ai cambiamenti climatici. Una volta qui c’era il fondo del mare: l’acqua salata era sopra di noi. Poi, milioni di anni fa, il Mediterraneo si ritirò, il fondale si trasformò nelle colline del Monferrato, ed era tutto verde di foreste e boschi quando la chiesa fu costruita su un picco, in alto. Poi arrivò la peste che spopolò il borgo vicino, la chiesa rimase abbandonata a sé stessa. Fu riedificata quando i dintorni tornarono ad essere abitati. I boschi lasciarono posto alle vigne, dal sagrato della chiesa si vedevano colline, filari di viti, campanili e borghi. Poi grazie all’effetto serra il livello degli oceani salì, tornò il mare, e la sommità della collina si ritrovò ad essere un’isoletta dell’arcipelago del Monferrato. Oggi dal sagrato della chiesetta di San Martino si vede solo acqua salata, tutt’attorno. Il livello del mare continua a salire: un giorno anche l’isoletta verrà sommersa, e la chiesetta sparirà.