Idiota Felice n.3

Mi sto allenando per il lancio della fruttiera cromata. In testa ho un colapasta rovesciato.“In giornata è previsto il transito di qualche innocua velatura”. Quando il signor T. udiva quelle parole, si tranquillizzava immediatamente, e poteva andare a dormire.

Nonostante avesse l’aggiornamento in tempo reale delle condizioni meteo sul cellulare, nonostante in ufficio avesse innumerevoli link a siti web meteo che lo informavano di condizioni e previsioni, nonostante leggesse sul giornale le previsioni, avere l’ultima conferma del tiggì della sera che domani, per fortuna, sarà una giornata appena appena ottenebrata da qualche innocua velatura, ecco, questo lo faceva star bene.

(Ah, se solo ci fossero state più giornate con “il transito di qualche innocua velatura” nella sua vita! Le cose sarebbero andate diversamente. Stai sicuro. Si diceva, passandosi il filo interdentale. Pensa se quel giorno lì, invece del sole torrido, ci fosse stata qualche innocua velatura… ah, quanti rimpianti! Che vita porca schifa, che mi è toccato vivere!”)

Il signor T. passava molto del suo tempo a pensare al tempo, quello atmosferico. Sentiva che la sua giornata, la sua esistenza, la sua vita erano in balia del tempo (sempre quello atmosferico). Alla macchinetta del caffè, in ufficio, parlava del meteo. Sul treno, se incontrava qualcuno, discuteva di isobare e formazioni cumuliformi in prossimità dei rilievi. Non sopportava le formazioni nebbiose nei fondovalli, ed era estremamente apprensivo nell’apprendere, in autostrada, che c’erano banchi di nebbia lungo la tratta, e che era necessaria prudenza. Era ossessionato dalle formazioni cicloniche, non si fidava del phoen, e rifuggiva i mari leggermente mossi con moto ondoso in aumento alla fine del periodo.

Questa ossessione meteorologica lo teneva occupato permanentemente, e spesso gli regalava attimi di felicità,  dove l’apprensione per l’instabilità degli eventi funesti lasciava il posto alla gioia per le previsioni esatte, per la scienza che prometteva benessere e calore, insomma le cose belle della vita: le temperature minime stazionarie lo proiettavano vicino alla felicità, gli anticicloni erano sinonimo di stabilità ottimismo e possibilità di progetti per il futuro (estinzione anticipata del mutuo, vacanze in polinesia, basta con la gastrite, i colleghi gli regalavano un buono per una blefaroplastica gratuita da effettuarsi in uno dei centri convenzionati), per non parlare delle schiarite sul quadrante di nord-ovest, che avevano un effetto decisamente eccitante e rivitalizzante. Il MeteoViagra, lo chiamava.

La moglie ogni sera scrutava anche lei previsioni mentre puliva il fornello, in attesa speranzosa e ansiosa delle famose schiarite sul quadrante di nord-ovest, che rompessero la perenne angoscia di un inverno sempre troppo lungo e inattivo. Ma quando era annunciata una “splendida giornata soleggiata su tutto il Piemonte” il marito non resisteva, scalpitava, lei capiva, mollava lo straccio, si precipitavano verso il talamo, si spogliavano più presto che potevano, ma non si faceva a tempo a raggiungere il letto: arrivati in camera, lui rallentava, scuoteva la testa, si riabbottonava la camicia, aggirava il letto, andava direttamente a fumare sul balcone.

Idiota Felice n.2

Bucato OKAY: un trattamento scientificamente studiato che conserva alla biancheria il senso del 'nuovo.Il signor Z. ama alla follia il suo iphone. Se lo porta a letto. Se lo porta in bagno. Vorrebbe portarlo sotto la doccia. Non lo molla un minuto. Lo tiene sempre ad un massimo di venti centimetri da sé. Non si ricorda neanche di quando non aveva l’iphone. Non riesce neanche a capire come facciano gli altri a viver senza iphone. Vede tutta quella gente derelitta e senza speranza che vaga inetta, trascinando una vita breve e inutile, senza iphone. Cammina per strada, con un sorriso enorme, tiene in tasca il suo iphone e lo accarezza teneramente, pensando a tutti quegli altri che non possono fare come lui: poveretti. Gente che non è mai stata toccata dalla Grazia, che non ha mai conosciuto la Perfezione, che non ha mai visto la Luce. Ammassi di ossa e carne che si illudono di vivere, amare, creare e soffrire senza iphone: poveri esseri inferiori. Perché non si inchinano al suo passaggio, Lui che ha ricevuto un Dono dagli Déi? Lui, Eletto fra gli Eletti. E loro: senza iphone. Sguazzano nel fango di un’esistenza putrida. Un oggetto così bello, come si fa a vivere senza? Il suo splendido schermo, le sue splendide grigliette per microfono e parlante incorporato, la sua splendida mela morsicata. Un oggetto bellissimo. Lucido, nero, alieno. Chissà com’è usarlo. Il signor Z. non l’ha ancora acceso: non ha ancora capito come si fa. Aspetta che arrivi stasera suo nipote a insegnargli. Brutta cosa, diventar vecchi: si va via con la testa. E si ha sempre bisogno degli altri.

Idiota Felice n.1

Per essere ammirate non è indispensabile la bellezza, mentre è necessario possedere una carnagione fresca e morbida.Il signor T. era un omone grande e grosso, la cui passione principale era quella di risintonizzare i canali del digitale terrestre. Egli aveva infatti il patema d’animo e l’angoscia intima di non essere aggiornatissimo con la situazione dei vari canali e bouquet, e cosa ancor più grave temeva fortemente la possibilità di dimenticarsi di qualche nuovo canale che fosse disponibile.

Per dedicarsi all’attività di risintonizzazione trascurava molte altre cose, fra cui il lavoro, gli affetti, la moglie, i figli, la madre vecchia e malata, il pagamento del bollo dell’auto entro i limiti di legge, la ritinteggiatura della casa, la prenotazione delle vacanze, la perforazione gastro-duodenale, la pulizia personale; non riusciva a dormire adeguatamente, non seguiva una dieta sana e regolare, non faceva attività fisica, si faceva la barba sempre più di rado, il cane non lo portava più fuori, insomma viveva una vita inutile e infeconda, di abbrutimento progressivo e inevitabile e dal probabile epilogo tragico.

Ma per fortuna arrivò l’assistente sociale, gli fu tolta la patria potestà, gli fu portato via il cane, la moglie ottenne il divorzio, i figli l’abbandonarono, fu internato per un certo periodo, lavato rasato nutrito picchiato sedato sodomizzato, e infine rimandato a casa, senza aver trovato alcun giovamento da tutto ciò.

Adesso vive solo, passa i giorni a risintonizzare i canali del digitale terreste. Non soffre, anzi quando appare un nuovo canale di televendite è felice, ed emette dei gridolini. Quelli dell’Istituto Religioso gli portano da mangiare, e non disperano un giorno di convincerlo a trasferirsi da loro, anche perché quelle povere suore avrebbero proprio bisogno di uno così: loro non sono capaci, a risintonizzare il decoder.