Pommidori Assassini n.6

Bucato più pulito e più bianco che mai, biancheria eterna, nessuna fatica.La scatola di pelati era in mezzo al campo. Le due squadre attendevano il fischio d’inizio dell’arbitro. Nessuno si chiese come mai  quella domenica al posto del pallone si giocasse con una scatola di pelati da un chilo.

Tutti si aspettavano che qualcun altro facesse lo sforzo di parlare, ma non successe nulla, l’arbitro Zantolini fischiò, subito Zaffaroni, centravanti sinistro ambidestro talvolta ambisinistro, scattò e tirò un bel calcione di punta, iniziando di lì a poco a gridare dal dolore.

Ma non gli badarono, un dramma ben peggiore si stava preparando: la scatola di San Marzano volava verso la porta avversaria, Zamperlini si era lanciato subito in avanti, e si tuffò per prenderla di testa.

Il portiere Zerbolani, nell’assistere al tragico epilogo di una vita dedicata allo sport, si chiese come mai in quella partita tutti avessero cognomi che cominciavano per zeta.

Pommidori Assassini n.5

E sentite che profumo di pulito!Lei aveva la valigia aperta sul letto, ci gettava la roba dentro alla rinfusa, singhiozzando, piangeva ormai da ore, lui la guardava sconsolato appoggiato allo stipite della porta, ogni tanto dava un sorso alla birra che aveva in mano.

Sapeva che ormai non c’era niente da fare, stavolta lo mollava sul serio, si sentì molto depresso, si guardò la canottiera macchiata di polpettone, laggiù in basso dove la pancia sporgeva, tornò a guardare lei che faceva la valigia, notò che si stava portando anche via una scatola di pelati da un chilo.

“Perché ti porti via anche i pelati? Quelli no! Mi servono da mettere sulla pizza!”

“Tu non fai mai la pizza.”

“Non importa: sono pelati, sono buoni, sono miei!”

“Li vuoi proprio? Li vuoi proprio, fottuto porco? Eh? Li vuoi?”

“Sì, i miei pelati. Sono l’unico ricordo che mi resta di mia madre.”

“Eccoti i tuoi pelati!” Gli lanciò il barattolo in fronte.

Pommidori Assassini n.4

In casa mia regna il "nailon"! Ottimo anche per depilare le ascelle!L’esercito assediante era ormai allo stremo. Le mura di Gerosilemme non cedevano, i cani infedeli non si arrendevano implorando pietà, i Cristiani morivano come soldati che morivano come mosche, la sera e il buio s’apprestavano e il Cavalier Barimondo Tremebondo di Bretagnetta ormai capiva che era tutto perduto e fottuto.

Comunque, dato che ormai si trovava lì, con l’esercito macchine da assedio e tutto, fottuto per fottuto si giocò l’ultima carta: fece mettere nella cucchiara della catapulta un barattolo di pelati bello grosso e diede l’ordine di lanciarlo. Hai visto mai che.

Il barattolo seguì velocissimo il suo arco in cielo, verso le mura della Città Santa, e andò a colpire in fronte proprio il Principe Ben Jussuf Ciuf Ciuf, che lasciò questo mondo all’istante. Grida altissime di dolore si levarono dalle torri e dai camminamenti pieni di mussulmani, l’esercito infedele si sbandò, le porte furono abbattute, Gerosilemme fu presa e liberata: la Crociata era vinta.

Cosa ci facesse un barattolo da un kg di pelati San Marzano nel 1233 in Palestina, non si sa. Comunque la squadra speciale dell’FBI specializzata in Paradossi Temporali (sì, proprio quella di FlashForward) è già al lavoro.

Pommidori Assassini n.3

Ah, signora, lei sì che ha classe, è una stoffa speciale, quella: è fatta con i batuffoli di cotone che trovo nel mio ombelico!Entrato in quella casa, si sente subito a disagio. Il padre lo squadra con occhi penetranti, mentre la madre lo avrebbe penetrato meno metaforicamente con il coltello per disosso pollame che aveva in mano. E pensare che deve solo consegnare un aspirapolvere, uno stupido, inutile e ultrasilenzioso aspirapolvere. Prego, firmi qui, ecco la ricevuta, dentro e fuori e via: le solite cose.

E la vede scendere dalle scale. E gli viene l’indecente idea di innamorarsi di lei. Indecente perché inutile, ma soprattutto controproducente, quasi asfissiante, in una parola debilitante ancorché corroborante. Nonostante tutto insiste, si innamora di lei. E si getta in ginocchio di fronte alle scale, allarga le braccia, si esagita insomma, implorandola di amarlo oppure di disprezzarlo, non importa, o una o l’altra, per lui fa lo stesso. Nel frattempo, un ginocchio accusa un travaso di liquido sinoviale.

Difficile dire la reazione di lei. Lo guarda sbigottita, sembra avere un principio di reflusso gastrico. Quando mai qualcuno ha sacrificato un’articolazione meniscale per lei? Lui conosce meglio e più concretamente la reazione di sua madre: gli scaglia addosso una scatola di pelati, il primo oggetto contundente che si trovò sottomano, centrandolo in piena nuca. Evidentemente, stava cucinando il pollo al pomodoro. Una ricetta da principianti.

Il giovedì è sempre un brutto giorno per morire. (Beh, anche il martedì non è il massimo, a pensarci bene.)

Pommidori Assassini n.2

I miei capelli sono molto belli.“Perché ti lascio? Ti lascio perché ho bisogno da starmene da sola, con Fabio. E tu non sei Fabio: sei Fulvio. Addio.” Riattaccò.

La logica quasi  inoppugnabile del ragionamento lo lasciò senza parole, senza fiato, senza pensieri, senza vista, senza udito, non riusciva neanche a far finta di non aver capito, aveva capito fin troppo bene, per questo fu così sconvolto da andare a sbattere con il carrello contro lo scaffale delle conserve, e far cadere dall’alto una lattina di pelati, che lo colpì sulla nuca, uccidendolo senza indugi.

Restava da capire chi aveva messo la scatola dei pelati lassù in alto, come faceva a sapere che ci sarebbe andato a sbattere contro, in che modo aveva calcolato esattamente di centrargli la capoccia, e poi calcolare l’istante esatto della telefonata, insomma: di lavoro per quelli del CSI Miami, ce n’era.

Pommidori Assassini n.1

Questa radio si sente proprio bene.Uscì lentamente da quella casa piena di ricordi e dolori, molto lentamente chiuse la porta dietro di sé. Una zaffata che sapeva di calda notte d’estate lo colpì in viso, facendogli dimenticare per un attimo il motivo che l’aveva portato lì. Lentamente attraversò la strada, pensieroso e mesto, e molto lentamente fu investito da una bicicletta guidata da una vecchia signora che, molto lentamente, guidava con le borse della spesa al manubrio, zigzagando.

Ad essere fatale, dicono, fu la scatola di pelati, che lo colpì lentamente ma fermamente in pieno foro occipitale.