Catastrofe Planetaria n.6

Fra l’altro, la temperatura che si innalza e i ghiacciai che si sciolgono comporteranno un’aumento della domanda globale di ciabatte infradito, perche’ si porteranno tutto l’anno e tutti ne avranno bisogno.

Questo è un bel problema: nessuno è in grado di dire se un domani ci saranno infradito per tutti. Anzi, difficilmente sarà così, e ci sarà gente che resterà senza.

E allora, puntuali come la pertosse, Bob Geldof e Bono Vox stanno già organizzando un altro mega-concerto per raccogliere fondi: questa volta la sfida globale da affrontare tutti insieme, per un domani sereno, è dotare tutti gli abitanti della terra di comode infradito: poveri, lebbrosi, yanomami dell’amazzonia e leghisti inclusi.

Qualcuno si è già lamentato: si vabè le infradito, ma poi ci vuole la camicia hawaiana e un cocktail con  l’ombellino per tutti, anche per i malati di AIDS. Per questa Giusta Causa, sta organizzando una raccolta fondi la Vodafone, con i messaggini umanitari.

Qualcun altro si è lamentato ancora: sì, ma io voglio il cocktail senza l’ombrellino… oh, c’è gente che non è mai contenta, ce l’hanno proprio nel sangue di essere e fare sempre i rompicoglioni. Qui il pianeta va in sfacelo, e loro pensano all’ombrellino!

Catastrofe Planetaria n.5

L’altro giorno, due madamine al mercato, in coda al banco del pesce per comprare le seppioline:

– Eh, guardi, meno male va’ che c’è l’effetto serra, che almeno non si accende più il termo d’inverno, e si risparmia!
– Eh, però d’estate poi serve il condizionatore, e anche quello consuma.
– Sì vabè, però, vuoi mettere quanto spendi di enel e quanto spendi di metano?
– Eh sì, eh sì, certo che alla fin fine, facendo due conti, conviene così, sissì.
– Che se poi anche i poli si sciolgono, meglio! Non c’è più bisogno neanche di andare fino in Liguria o a Cesenatico, il mare poi arriva fino a Vercelli, e allora mezzoretta e sei arrivata: eh, son bei soldi di benzina risparmiati, anche lì!
– Oh sì, oh sì. Ma tu immagina anche quanto stress in meno! E le code! Non vedo l’ora.
– Eppoi tanto hanno detto al tiggì che ormai non c’è più niente da fare, che ormai è troppo tardi, e allora, dico: teniamocelo e godiamocelo sto effetto serra!
– Ormai, dato che è capitato…
– Eh sì appunto, tanto ormai, dato che c’è… Anzi: sa cosa dico? Doveva venire prima!
– Eh già, magari ai nostri tempi ci fosse stato l’effetto serra!
– Proprio vero: i giovani di oggi si trovano tutte le comodità belle che pronte.

Catastrofe Planetaria n.4

L’altro giorno, sul tram, ho sentito due scienziati climatologi che discutevano fra di loro mangiando un gelato, e parlando del più del meno e della tropicalizzazione del clima in Italia, concordavano sul fatto che fra ventanni le gelaterie faranno affari d’oro, e che terrano aperto anche d’inverno. Il che tuttosommato è positivo.

Del fatto che Venezia verrà sommersa e tutta quella roba lì, non glie ne fregava niente.

Catastrofe Planetaria n.3

Lo scioglimento delle calotte polari (con il conseguente innalzamento del livello degli oceani) oltre che a causare devastazioni epocali, danni materiali e perdite spirituali (vedi la fine che farà Venezia), avrà anche un’altra conseguenza a dir poco catastrofica: verrà messa in serio pericolo l’attività di affitto pedalò dei “Bagni Lella” di Rimini.

L’ennesimo allarme per i danni causati dall’uso sconsiderato di combustibili fossili è giunto durante i lavori il convegno “Catastrofi, Emergenze e Inondazioni riempiono le pagine dei giornali: una soluzione innovativa per aumentare le vendite di quotidiani sportivi”, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport, Tuttosport e Tutto lo Stadio.

A porre l’attenzione sul problema-pedalò  è intervenuta la sig.ra Raffaella Ciencioni, intestataria (quale prestanome di mafiosi russi) dei “Bagni Lella”, che con il suo colorito dialetto romagnolo ha spiegato come l’innalzamento del livello degli oceani impedirà l’utilizzo del pontile di attracco attualmente presente, peraltro riverniciato proprio l’anno scorso. La Ciencioni ha poi spiegato di avere il diabete, ha fatto vedere le vene varicose, ha prodotto un certificato medico in cui si afferma che l’effetto serra gli fa venire il mal di testa e i bruciori del piloro, e a un certo punto si è messa a piangere, implorando attenzione per la sua situazione difficile ed esprimendo tutto il suo amore per i pedalò, il mare, la spiaggia e le fettuccine. Il pubblico ha applaudito la magnifica sceneggiata della Ciencioni, che ha ammesso di avere preso lezioni di teatro filodrammatico, da giovane. Lancio di fiori sul palco da parte della claque.

Arrivando al sodo, la Ciencioni ha fatto sapere di aver già richiesto il riconoscimento di stato di calamità alla Regione Emilia Romagna, che ha prontamente stanziato un finanziamento a fondo perduto per i “Bagni Lella”, da versarsi su un conto lussemburghese co-intestato alla Ciencioni e a tal Vassilj Dumianov detto “il macellaio di Minsk”.

Gli scienziati allarmisti, alla notizia della soluzione del caso della sig.ra Ciencioni, si sono detti soddisfatti. “Come vedete”, hanno spiegato, “facciamo bene a lanciare tutti questi allarmi: le catastrofi si possono prevenire, basta pensarci prima.”

Catastrofe Planetaria n.2

Ennesimo grido d’allarme degli scienziati a proposito degli sconvolgimenti climatici prossimi venturi: entro il 2015 la birra Ceres in bottiglia da 33cl scomparirà dalla faccia della terra, per colpa dell’effetto serra e della crescita sconsiderata del pesce siluro nel Po.

La preoccupante notizia è stata data ieri durante i lavori del convegno “Il nuovo birrificio Heineken nel Sahel: soluzioni innovative per dissetare un mondo assetato”, perché “quando c’è siccità e il deserto avanza, non c’è niente di meglio di una bella birra gelata”.

Quindi, la simpatica birra in bottiglia dall’accattivante spot è destinata a scomparire, vittima del progresso sfrenato e dell’inquinamento galoppante. Alcuni giornalisti presenti al convegno hanno sollevato qualche dubbio sull’obiettività e attendibilità scientifica di tali affermazioni: secondo loro, la Heineken aveva finanziato la ricerca solo per sputtanare la Ceres.

Per vedere come stavano veramente le cose allora hanno provato a chiedere: “Ma: come mai scomparirà proprio solo la Ceres e la Heineken no? E perché proprio solo la confezione da 33cl in bottiglia? E poi, dato che ci siamo, cosa c’entra il pesce siluro con la birra?” Ma a quel punto è intervenuto il servizio d’ordine e li ha sbattuti fuori.

Cioè, voglio dire: sei invitato a un convegno, tutto spesato, pranzo a buffet da strafogarti, hostess in minigonna che ti danno da bere, e tu ti metti pure a fare il contestatore?

Proprio vero, certa gente la gratitudine non sa neanche dove stia di casa.

Catastrofe Planetaria n.1

Gli scienziati lanciano l’allarme: nel 2023 le bignole alla crema saranno scomparse dalla faccia della terra, a causa degli sconvolgimenti climatici causati dall’uomo.

Quando hanno provato a chiedere agli scienziati cosa c’entra il clima con le bignole alla crema, hanno risposto che non c’era tempo di perdersi in dettagli, e che bisognava fare qualcosa prima che fosse troppo tardi.

Uno di questi scienziati addirittura, durante una pausa alla macchinetta del caffè, ha detto sottovoce: “forse è GIA’ troppo tardi”. Ma poi ha fatto finta di schiarirsi la voce, e ha cambiato discorso.

Questo tanto per dare l’idea della gravità della situazione.