Finalmente la vedo. Attracco con la barchetta, spengo il motore, raggiungo la sommità dell’isoletta, dove la chiesetta di S. Martino resiste ai secoli e ai cambiamenti climatici. Una volta qui c’era il fondo del mare: l’acqua salata era sopra di noi. Poi, milioni di anni fa, il Mediterraneo si ritirò, il fondale si trasformò nelle colline del Monferrato, ed era tutto verde di foreste e boschi quando la chiesa fu costruita su un picco, in alto. Poi arrivò la peste che spopolò il borgo vicino, la chiesa rimase abbandonata a sé stessa. Fu riedificata quando i dintorni tornarono ad essere abitati. I boschi lasciarono posto alle vigne, dal sagrato della chiesa si vedevano colline, filari di viti, campanili e borghi. Poi grazie all’effetto serra il livello degli oceani salì, tornò il mare, e la sommità della collina si ritrovò ad essere un’isoletta dell’arcipelago del Monferrato. Oggi dal sagrato della chiesetta di San Martino si vede solo acqua salata, tutt’attorno. Il livello del mare continua a salire: un giorno anche l’isoletta verrà sommersa, e la chiesetta sparirà.
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Dietrologia da Asporto n. 1
Finalmente una buona notizia: l’effetto serra è tutta una palla!
Lo scienziato che vent’anni fa ha inventato la balla dell’effetto serra era un bugiardo: si è infatti scoperto che all’epoca aveva falsificato la tessera raccolta punti del supermercato, e invece che un tostapane semplice si era portato a casa un tostapane cromato postelegrafonico ermeneutico con gli interni in alcantara.
Quindi, se per così poco ha fatto il furbo, figuriamoci se non ha trassato nell’inventare il surriscaldamento globale, la faccenda dell’anidride carbonica, e tutte quelle baggianate.
Naturalmente, l’aveva fatto per favorire l’industria ecologica, che difatti adesso fa affaroni: noi tutti siamo ecologisti, non usiamo più l’auto, andiamo solo con i mezzi pubblici, beviamo l’acqua del rubinetto per produrre meno rifiuti di plastica, ricicliamo ogni cosa e d’inverno ci scaldiamo con il fiato del bue e l’asinello.
E intanto i venditori dell’accoppiata “bue e asinello per riscaldamento domestico” diventano ricchi (per non parlare di quelli che ti vendono la biada: uh, sapessi quanto ci marciano!)
Niente da fare: dietro qualsiasi cosa, c’è sempre chi ci mangia. E io pago!
Catastrofe Planetaria n.5
L’altro giorno, due madamine al mercato, in coda al banco del pesce per comprare le seppioline:
– Eh, guardi, meno male va’ che c’è l’effetto serra, che almeno non si accende più il termo d’inverno, e si risparmia!
– Eh, però d’estate poi serve il condizionatore, e anche quello consuma.
– Sì vabè, però, vuoi mettere quanto spendi di enel e quanto spendi di metano?
– Eh sì, eh sì, certo che alla fin fine, facendo due conti, conviene così, sissì.
– Che se poi anche i poli si sciolgono, meglio! Non c’è più bisogno neanche di andare fino in Liguria o a Cesenatico, il mare poi arriva fino a Vercelli, e allora mezzoretta e sei arrivata: eh, son bei soldi di benzina risparmiati, anche lì!
– Oh sì, oh sì. Ma tu immagina anche quanto stress in meno! E le code! Non vedo l’ora.
– Eppoi tanto hanno detto al tiggì che ormai non c’è più niente da fare, che ormai è troppo tardi, e allora, dico: teniamocelo e godiamocelo sto effetto serra!
– Ormai, dato che è capitato…
– Eh sì appunto, tanto ormai, dato che c’è… Anzi: sa cosa dico? Doveva venire prima!
– Eh già, magari ai nostri tempi ci fosse stato l’effetto serra!
– Proprio vero: i giovani di oggi si trovano tutte le comodità belle che pronte.
Catastrofe Planetaria n.3
Lo scioglimento delle calotte polari (con il conseguente innalzamento del livello degli oceani) oltre che a causare devastazioni epocali, danni materiali e perdite spirituali (vedi la fine che farà Venezia), avrà anche un’altra conseguenza a dir poco catastrofica: verrà messa in serio pericolo l’attività di affitto pedalò dei “Bagni Lella” di Rimini.
L’ennesimo allarme per i danni causati dall’uso sconsiderato di combustibili fossili è giunto durante i lavori il convegno “Catastrofi, Emergenze e Inondazioni riempiono le pagine dei giornali: una soluzione innovativa per aumentare le vendite di quotidiani sportivi”, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport, Tuttosport e Tutto lo Stadio.
A porre l’attenzione sul problema-pedalò è intervenuta la sig.ra Raffaella Ciencioni, intestataria (quale prestanome di mafiosi russi) dei “Bagni Lella”, che con il suo colorito dialetto romagnolo ha spiegato come l’innalzamento del livello degli oceani impedirà l’utilizzo del pontile di attracco attualmente presente, peraltro riverniciato proprio l’anno scorso. La Ciencioni ha poi spiegato di avere il diabete, ha fatto vedere le vene varicose, ha prodotto un certificato medico in cui si afferma che l’effetto serra gli fa venire il mal di testa e i bruciori del piloro, e a un certo punto si è messa a piangere, implorando attenzione per la sua situazione difficile ed esprimendo tutto il suo amore per i pedalò, il mare, la spiaggia e le fettuccine. Il pubblico ha applaudito la magnifica sceneggiata della Ciencioni, che ha ammesso di avere preso lezioni di teatro filodrammatico, da giovane. Lancio di fiori sul palco da parte della claque.
Arrivando al sodo, la Ciencioni ha fatto sapere di aver già richiesto il riconoscimento di stato di calamità alla Regione Emilia Romagna, che ha prontamente stanziato un finanziamento a fondo perduto per i “Bagni Lella”, da versarsi su un conto lussemburghese co-intestato alla Ciencioni e a tal Vassilj Dumianov detto “il macellaio di Minsk”.
Gli scienziati allarmisti, alla notizia della soluzione del caso della sig.ra Ciencioni, si sono detti soddisfatti. “Come vedete”, hanno spiegato, “facciamo bene a lanciare tutti questi allarmi: le catastrofi si possono prevenire, basta pensarci prima.”